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Quando è il tuo corpo a “tradirti” la pagina torna bianca.

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Una “lettera” speciale scritta da Valentina Usala per il blog di Contact Srl. Per provare a farci capire la sfida al vivere quotidiano cui sono chiamate le persone che convivono con patologie che conducono alla disabilità

Cervello-midollo-corpo. Cervello-midollo-corpo. Cervello-midollo-corpo.

Capta l’impulso, elabora e invia. Un po’ come una lettera imbustata: desideri scrivere una lettera, lo fai e poi in posta spedisci al destinatario.

C’è un piccolo e preciso passaggio che però potrebbe intoppare il quanto. Mi riferisco alla parte dello scrivere per una lettera, dell’elaborazione dell’impulso, per il midollo. La parte centrale, la parte in cui anche solo un millimetrico danno può mandare all’aria il piano perfetto di un corpo libero di muoversi sott’ordine di un impulso. E quello è il midollo. Sì, perché se sbagli a scrivere puoi sempre usare una gomma: una passata e cancelli tutto. Un danno al midollo, no. sla-sm-cervello-midolloEppure anche l’uomo è un foglio di carta che nasce intonso e col passare degli anni su di esso si plasma un una lettera a più pagine, solcata da gioie e dolori, tristezze e amori, ferite e danni. Ma una gomma non è sufficiente per cancellare il passato di ogni uomo e in fondo, è giusto così. Ognuno è quel che decide di essere, fa quel che decide di svolgere: una decisione presa con senno, perché dovrebbe essere rimpianta?

Ecco… decisione e rimpianto. Per il midollo la regola non vale. Un danno ad esso non si decide e il rimpianto di quando esso non c’era, esiste.

Succede che ti crolla il mondo addosso. Succede che per un attimo metti in pausa, riavvolgi il nastro e pensi alla fase del prima, vedendoti in quella del dopo. Succede che vorresti una gomma per cancellare quel danno, in cui sei in bilico tra il prima e il dopo.

Non recepisci quel danno, non lo senti. Non accusi dolore diretto ma indiretto…e va a capire dove sta agendo!

Ha agito: a fatto già compiuto, lo capisci, quando il tuo corpo quell’impulso non lo capta più correttamente, quando qualcosa di strano ti sta accadendo, ma che in realtà qualcosa di ancor più subdolo è già accaduto, a tua insaputa.

Accade che è il tuo corpo a tradirti: che tu stai tradendo te stesso.

Nessuno decide di tradirsi, nessuno dovrebbe rimpiangersi.

Eppure accade. Accade quando una malattia diventata ferocemente aggressiva, lettera-cervello-midollo-usalati distrugge e distrugge il suo habitat. Distrugge quella lettera che nel corso degli anni hai scritto e quel prima, in cui ti sentivi padrone del tuo midollo.

Una lettera che in realtà così tante pagine non le ha ancora stese, in cui la gomma non l’hai mai utilizzata per cancellare e ora sarebbe da gettare nella spazzatura, perché intanto nessuno cancellerà il danno del tuo midollo.

Facciamo una cosa: tracciamo un punto, e si ricomincia.

La pagina è bianca, e volersi bene significa riscrivere da zero quel che in qualche modo ti è stato tolto: essendo padroni di se stessi, pur di annaspare nell’acqua.

Mettiamo un punto.

Punto e a capo.

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