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Sportivi disabili: come far cadere le barriere architettoniche

Ogni uomo, donna e bambino di qualsiasi età ha il diritto di fare sport, requisito essenziale per lo sviluppo della personalità, delle attitudini e della padronanza di sé a livello intellettuale e morale.

Tanti sono gli sport per disabili a cui accedere durante l’intera vita per la piena integrazione nella società, come dichiarato nella “Carta Internazionale per l’Educazione Fisica e lo Sport” del 21 novembre 1978.

Vediamo quindi quali sono i benefici dello sport, la situazione italiana su disabilità e sport e le agevolazioni previste dalla legge 104.
Sportivi disabili

I benefici dello sport e la legge 104

Tanti e diversi sono i benefici dello sport per i disabili. A partire dal miglioramento dell’umore e delle condizioni di salute, come la prevenzione del declino muscolare e osseo. Tra i benefici a livello mentale ricordiamo, invece, la riduzione dello stress e la capacità di staccare dai problemi quotidiani.

Possiamo quindi dire che gli sportivi disabili diventano più forti fisicamente. Ma anche mentalmente dato che acquisiscono maggiore determinazione, autostima, fiducia in se stessi e ottimismo. Tutti riconosciamo l’alto valore educativo dello sport e la sua capacità di mettere al centro l’uomo e le sue potenzialità.

Il disabile, quindi, può e deve praticare spot, e per questo può richiedere il certificato al medico di base per l’attività amatoriale o al medico sportivo per l’attività agonistica. Purtroppo, ad oggi, non esistono ancora norme per l’accesso gratuito agli impianti sportivi comunali per i disabili, anche se la legge 104 prevede detrazioni fiscali apposite.

Ad esempio, lo sportivo può detrarre il 19% della spesa per un importo non superiore ai 210 euro annuali per l’iscrizione annuale o l’abbonamento ad associazioni sportive. Tale detrazione è riservata ai bambini e ragazzi tra i 5 e i 18 anni.

Alcuni dati su sport e disabili in Italia

Il 75% delle persone disabili che fanno sport in Italia afferma di essere soddisfatto della sua vita e che lo sport ha migliorato la percezione del quotidiano. Purtroppo, dei 3 milioni e 119 mila disabili gravi in Italia, ancora 2 milioni non fanno sport, e, di questi, solo il 2% è soddisfatto di questa scelta.

Disabilità e sport
Di tutti i disabili gravi italiani, ben 120 mila sono gli under 25 e anche tra coloro che dicono di avere limitazioni gravi, solo 269 mila praticano attività sportiva, ovvero l’8,5% dei disabili. La prevalenza è, inoltre, degli uomini rispetto alle donne e tra i 3 e 14 anni solo il 45,6% dei bambini disabili fa sport con regolarità.

Il principale limite è dato dalla percezione della propria disabilità, dai freni interiori. Ma anche dalla presenza di barriere oggettive reali.

Un valido modello per i giovani italiani sono, però, gli sportivi disabili come Beatrice Vio. Che ha saputo raggiungere importanti traguardi scherzando sulla sua disabilità, come puoi leggere in questa intervista.

Regole per gli impianti sportivi accessibili

Parlare di barriere architettoniche nello sport significa riferirsi sia a chi vuole praticare sport da disabile, sia a chi vuole assistere agli eventi sportivi. Dato che come abbiamo visto lo sport è diritto anche per chi soffre di difficoltà motorie o sensoriali temporanee o permanenti, come definite dalla legge 104. In questo modo anche gli sportivi disabili potranno godere della gioia e del benessere, che solo l’esercizio fisico e il far parte di una squadra sanno offrire.

Entrando nel dettaglio della Legge 104/92, l’articolo 23 stabilisce che devono essere rimossi gli ostacoli per l’esercizio delle attività sportive. Per agevolare lo sport per disabili senza limitazioni.

È quindi compito dei comuni, ma soprattutto del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) rendere accessibili davvero a chiunque palazzetti, stadi e centri o impianti sportivi. Eliminando le barriere architettoniche. In particolare è prevista un’attenzione speciale per chi ha ridotte capacità motorie o sensoriali, dato che la persona deve poter accedere facilmente e usufruire delle attrezzature e degli spazi in modo autonomo e sicuro.

Ogni struttura deve avere anche uno spazio esterno accessibile al disabile e un bagno su ogni piano, mentre nei pressi delle vie di uscita devono esserci spazi liberi riservati alle carrozzine.

Regole stabilite dal CONI per sport e disabilità

Nel giugno 2008 è stata approvata dal Consiglio Nazionale del CONI la delibera n.1379, che riguarda l’impiantistica sportiva e prevede l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’accessibilità agli impianti da parte delle persone disabili.

A queste regole si aggiungono quelle previste dalle leggi in materia di progettazione, costruzione ed esercizio come la normativa sull’igiene, sull’urbanistica, sulla sicurezza oltre a specifiche leggi per superare le barriere architettoniche.

sport disabiliIn generale possiamo dire che la delibera n.1379 ha l’obiettivo di stabilire i livelli minimi qualitativi e quantitativi da rispettare nella ristrutturazione o realizzazione di un impianto ex novo. Tali norme si applicano sia agli impianti in cui si pratica sport agonistico, sia agli impianti in cui si pratica sport di esercizio, ovvero a livello amatoriale, propedeutico e formativo. Tutti questi impianti devono essere realizzati e attrezzati a misura di sportivo disabile.

Infine, data l’ampiezza del patrimonio di impianti sportivi in Italia, il CONI con la Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno avviato un censimento nazionale per avere un quadro aggiornato della situazione e permettere a tutti i disabili di praticare sport liberamente e senza ostacoli.

Aaccessibilità ai locali di primo soccorso e agli spogliatoi

Lo spogliatoio per chi fa sport e presenta una condizione di disabilità deve presentare alcune caratteristiche, come la possibilità di passare in corridoi, disimpegni e passaggi anche per le persone in carrozzina.

La stessa attenzione deve essere riservata agli spogliatoi per i giudici di gara e gli istruttori, in cui almeno uno dei bagni deve essere accessibile. Infine bisogna eliminare ogni barriera architettonica anche dal locale di primo soccorso, data la frequenza degli infortuni quando si pratica sport: questi spazi devono permettere lo spostamento di una barella, ma anche il movimento della sedia a rotelle.

Accessibilità degli spalti ai disabili

Oltre agli spazi per chi pratica sport, non dobbiamo dimenticare che devono essere privi di barriere architettoniche anche gli spazi destinati agli spettatori disabili, che devono permettere la libertà di movimento a tutti.

Senza dimenticare le aree indipendenti per altri disabili, come autorità, ospiti e media dato che anche queste devono essere realizzate su misura per loro.

In conclusione, fare sport è un diritto di tutti, anche delle persone disabili e la normativa di settore si sta muovendo in questo senso per assicurare benessere anche ai disabili in Italia.

Hai un impianto sportivo e vuoi renderlo più accessibile? Possiamo esserti d’aiuto, contattaci.

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