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La grave accusa di un’anziana di Udine: “Sabotano il mio montascale”

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Un tempo, per chi soffriva di problemi di mobilità ridotta- per una malattia, un incidente o semplicemente per l’avanzare dell’età – la vita poteva essere davvero complicata.
Il rischio di venire tagliati fuori dalla vita sociale e lavorativa era molto alto, accentuato dalla presenza di barriere architettoniche nelle case e nelle città a causa di progettazioni che non tenevano affatto conto delle tante problematiche dei portatori di handicap.

Col tempo, gli interventi normativi e una più evoluta “cultura” dell’accessibilità e dell’integrazione hanno consentito enormi passi in avanti, favoriti inoltre dallo sviluppo di nuove tecnologie e dall’immissione sul mercato di dispositivi quali il montascale, ausilio tanto facile da installare e da utilizzare quanto indispensabile per consentire a chi lo utilizza di superare le scale e, così, riappropriarsi degli spazi domestici, ovvero entrare e uscire liberamente e in sicurezza dal proprio appartamento.

Lo sa bene (la notizia è stata di recente pubblicata sul Messaggero Veneto) una anziana donna di Udine, che a causa di una polineurite ha perso completamente la sensibilità alle gambe. montascale-disabili-anziani-contact
La signora abita al primo piano di un palazzo privo di ascensore, e per poter superare le poche rampe di scale di accesso al proprio appartamento è ricorsa all’installazione di un montascale a poltroncina

Aiutata dai parenti ha valutato le soluzioni più appropriate per risolvere il problema, la sua scelta è stata per l’installazione di un montascale per disabili.

Ha quindi richiesto dei preventivi ad alcune aziende specializzate, dopo i sopralluoghi ha ricevuto alcune proposte da valutare. Affiancata dai parenti ha esaminato dettagliatamente caratteristiche tecniche, ingombri, e i costi del montascale per andare a scegliere e far installare quello più adatto alle sue esigenze.

Fine della storia? Ma nemmeno per sogno.
La donna lamenta costanti tentativi di sabotaggio del dispositivo, ad opera di soggetti rimasti al momento ignoti. “Già dopo soli tre mesi dall’installazione l’ho trovato manomesso. Tempo dopo, mentre ero ricoverata in ospedale, al mio rientro ho notato che i fili dell’alimentazione elettrica erano stati tagliati”. 
Per l’anziana 82enne si tratta di un qualcosa di estremamente grave, a causa della patologia che la affligge: “Inciampo spesso, anche facendo pochi passi. Una volta mi sono rotta un piede senza nemmeno accorgermene, me ne sono resa conto dal gonfiore”. 

La donna, bisognosa di cure costanti e dunque obbligata a recarsi in ospedale, non può rinunciare all’uso del dispositivo, arrivando a rattoppare col nastro adesivo i fili trovati tranciati.
Tutto ciò è andato avanti per ben due anni, due anni segnati anche dall’indifferenza dei condomini (“solidali solo a parole, ma poco nei fatti” si è lamentata la signora) e dai rapporti difficili col capo condomino, che più volte l’avrebbe laconicamente invitata “a riportare il montascale al piano”.

Non è facile trattenere lo sdegno leggendo una storia come questa.

Ancora una volta, ci si accorge come dalle nostre parti si sia incredibilmente indietro rispetto ad altre realtà europee e internazionali sul tema del superamento delle barriere architettoniche.
E’ ancora radicata l’idea che il montascale sia un qualcosa di “antiestetico”, di brutto a vedersi.
O magari di poco utile rispetto a un ascensore tradizionale.

montascale-poltroncina-anziani-disabiliNiente di più falso, dal momento che oggi come oggi si tratta, in realtà, di un dispositivo duttile, facile da installare, poco ingombrante e per nulla invasivo.
Può rappresentare, anche in virtù dei costi piuttosto ridotti, la soluzione ideale a un’infinità di problemi legati alla presenza dell’handicap.
Può consentire a chi ne ha bisogno di non perdere il contatto col mondo, di non ritrovarsi prigioniero in casa propria.

Certo una piattaforma elevatrice o un montacarichi per disabili risultano certamente più graditi anche a chi non ha problematiche legate alla disabilità.

In un condominio sono certamente più indicati per un utilizzo diffuso da parte di tutti i condomini, ma nel nostro caso queste obiezioni sono sorte solamente dopo che l’anziana donna aveva realizzato, a sue spese, il montascale.

Oltretutto con il quadro normativo vigente l’abbattimento delle barriere architettoniche in condominio viene visto come un diritto del disabile ed un obbligo inderogabile per il condominio.

Partendo dalla legge 13 1989, che stabiliva regole precise e ben definite in merito all’abbattimento delle barriere architettoniche, le ultime sentenze della Corte di Cassazione sulla materia, hanno stabilito l’inderogabile “Principio di Solidarietà Condominiale”. In questo caso totalmente disatteso!

Al momento, dopo l’ennesimo atto vandalico, questo invece sembra il destino toccato all’anziana di Udine, in attesa di poter nuovamente riparare il suo montascale (per l’ultima volta? E’ quello che le auguriamo tutti).

Di certo la donna non si arrende: “L’ho capito, vogliono cacciarmi. Ma non ci riusciranno.
Chiederò all’assemblea condominiale di installare una telecamera di sicurezza.
Finora hanno sempre risposto picche, ma io insisterò”.

Muoversi liberamente, in sicurezza e autonomia è un diritto di tutti i cittadini, che nessuno può negare o osteggiare: la battaglia dell’anziana signora di Udine è una battaglia di civiltà e di libertà che non può essere persa.

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