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Quali sono i vantaggi di installare i miniascensori?

Generalmente i miniascensori vengono istallati per rendere accessibili tutti gli spazi della casa raggiungibili, senza particolari difficoltà, da persone con mobilità ridottaestremamente silenziosi ed occupano solo poco più di un metro quadrato di spazio.

Oggigiorno i miniascensori vengono anche concepiti in maniera tale da diventare, a tutti gli effetti, parte dell’arredo del proprio appartamento. Sicché incrementa il suo valore sul mercato, un particolare questo indubbiamente da non sottovalutare nell’ipotesi di compravendita dell’immobile in questione.

Miniascensore

Differenze tra miniascensori ed ascensori

Prima di addentrarci nel dettaglio dell’argomento oggetto di questa trattazione, è doveroso fare una distinzione, a livello tecnico, tra un ascensore tradizionale e un mini ascensore (o piattaforma elevatrice che dir si voglia). Innanzitutto, i miniascensori hanno una velocità che raggiunge i 0,15 m/s. Mentre gli ascensori tradizionali solitamente sono più veloci.

I miniascensori non comportano lavori di scavi particolarmente impegnativi per essere installati, essendo sufficiente una fossa di soli 15/20 centimetri di profondità. Spesso non è possibile o non si vuole realizzare la fossa. Il miniascensore potrà essere realizzato comunque prevedendo uno scivolo di accesso.

Gli ascensori devono avere invece una fossa con una profondità di circa 1,6 metri. Questo contribuisce decisamente ad aumentarne il costo. Spesso richiede anche delle onerose modifiche strutturali per portare a termine l’istallazione nel luogo desiderato.

Ciò che però maggiormente differenzia un miniascensore da qualsiasi altro tipo di ascensore è che, per poter funzionare, consuma energia elettrica esattamente come accade per qualsiasi altro elettrodomestico. Esistono delle versioni come il miniascensore domestico Aries Eco, che impegnano solamente 150 Watt. Con un costo per l’energia elettrica eccezionalmente basso.

I miniascensori di questo tipo garantiscono inoltre il massimo comfort a tutti. Per non lasciare nulla al caso, si avvalgono di un sistema di alimentazione indipendente. In caso di blackout potranno essere utilizzati tranquillamente per circa 30/40 corse.

L’ascensore invece necessita di un’utenza di alimentazione specifica. Quasi sempre trifase con un contatore Enel dedicato. Questo oltre al consumo di energia dovuto all’utilizzo, genera dei costi fissi in bolletta per tutto il ciclo vitale dell’impianto. Risultando così decisamente molto più costoso di un miniascensore.

Tutto quello che devi sapere sul miniascensore

Sul mercato esistono svariate tipologie di miniascensori. Soddisfano le diverse esigenze derivanti dagli spazi esistenti dal budget disponibile e dalle svariate esigenze degli utilizzatori.

Esistono soluzioni molto flessibili che possono essere personalizzate per trovare il giusto equilibrio tra estetica e costi.

Vano di scorrimento e posizione

La prima importante distinzione è data dal vano di scorrimento.

Le soluzioni più diffuse sono quelle con il vano in muratura o con incastellatura autoportante tamponata con vetri di sicurezza. Esistono anche delle soluzioni miste oppure possono essere realizzati dei vani di scorrimento personalizzati.

In caso di nuove costruzioni è preferibile riservare uno spazio per realizzare il vano in muratura integrato con la struttura della casa. Questo dovrebbe essere posizionato in modo che lo spazio antistante le porte sia abbastanza ampio per permetterne l’apertura completa e l’eventuale rotazione di una carrozzina.

Se si tratta della ristrutturazione di un edificio preesistente questo può essere più complicato. Soprattutto se non sono previsti spostamenti delle murature. In questo caso si potrà individuare uno spazio esterno a ridosso dell’edificio per realizzare il vano o in muratura o con struttura autoportante da tamponare con vetri o anche con pannelli ciechi.

Nel caso in cui si voglia integrare un mini ascensore senza prevedere particolari modifiche murarie, la soluzione migliore è sicuramente il vano realizzato con una struttura autoportante in acciaio tamponata con del vetro a scelta. Se lo spazio è sufficiente questa potrà essere posizionata nel vano scale, altrimenti si dovrà sceglie una posizione esterna all’edificio.

Manovra manuale o automatica?

L’altra importante distinzione è data dal tipo di manovra.

Questa può essere manuale (comandi a uomo presente) oppure completamente automatica.

Con il tipo di manovra manuale o bisognerà tenere premuto il pulsante dalla partenza fino all’arrivo come prevede la norma. Con la manovra automatica, invece, sarà sufficiente premere brevemente il pulsante per raggiungere il piano desiderato.

Esiste la possibilità di avere il miniascensore con porte manuali (a battente) oppure automatiche scorrevoli. Le prime vanno solitamente in abbinata con la manovra manuale. Quelle scorrevoli sono invece la dotazione standard della manovra automatica.

La combinazione porte automatiche scorrevoli con manovra automatica rendono il mini ascensore del tutto simile ad un normalissimo ascensore. L’unica differenza percepibile sarà la velocità inferiore. Le porte scorrevoli richiedono però uno spazio maggiore. Questo ha come conseguenza che il vano di scorrimento dovrà essere più ampio.

Nel caso in cui si voglia il mini ascensore con la manovra automatica ma lo spazio disponibile non è sufficiente per prevedere le porte automatiche. Si dovrà optare per una soluzione ibrida.

In questo caso si opterà per le porte automatiche in cabina e le porte a battente ai piani, questo soddisfa le prescrizioni normative per poter realizzare l’impianto con la manovra automatica.

Miniascensori senza testata

Esistono anche delle versioni di mini ascensori idonee per arrivare in piani mansardati e in genere in luoghi dove l’altezza ridotta non permette di prevedere una cabina standard.

Sono strutturati con una meccanica ribassata e senza la cabina, la pedana si muove direttamente all’interno del vano di contenimento, la meccanica per ragioni di sicurezza è completamente carenata.

La protezione nella parte di arrivo viene realizzata ad un’altezza tra i 120 cm e i 160 cm. Se necessario è possibile avere anche le pareti di cabina alla stessa altezza escluso il lato delle porte. Data la sua caratteristica tecnica peculiare. Essere cioè priva di cabina, questo miniascensore può essere realizzato esclusivamente con manovra manuale e porte a battente.

Il mini ascensore senza vano

Le piattaforme elevatrici senza vano vengono utilizzate per effettuare due fermate e solitamente vengono fissate ai balconi delle abitazioni. Dal momento che non è necessaria la presenza di muri portanti alla quale fissarle, non bisogna trovare degli spazi opportuni per favorire l’alloggiamento dei componenti esterni.

Quasi sempre sono configurate con una pedana aperta dotata di protezioni perimetrali di altezza variabile tra i 120 e i 160cm.

La parte meccanica che fa scorrere su e giù la piattaforma è posta sull’armadio laterale che funge anche da elemento strutturale. Questo viene ancorato all’edificio in modo da garantire la massima stabilità.

È importante sottolineare che si tratta di un apparecchio di facile installazione ed assemblaggio. L’installatore non fa altro che montare in sequenza i vari pezzi della piattaforma una volta giunto sul posto.

Quale miniascensore scegliere

Le soluzioni con cabina sono le più richieste sul mercato per via della loro versatilità e comodità.

I mini ascensori più conosciuti sono quelli con azionamento a pistone idraulico. Ci sono poi quelle elettriche con sistema ad argano e fune, quelle a catena, a cinghia, a vite senza fine e infine a vuoto pneumatico.

Sebbene questi sistemi siano tutti validi, sarà compito del fornitore consigliare al singolo cliente quale metodo di azionamento sia più congeniale alle sue esigenze.

Tenendo conto soprattutto delle diverse variabili come:

  • Il luogo di installazione;
  • Il clima;
  • La frequenza d’uso;
  • Le possibilità ambientali.

I miniascensori possono essere inoltre classificati in funzione dei metri di corsa. Naturalmente tali prerogative influenzano la loro progettazione in toto.

Detto questo vediamo come i mini ascensori si classificano e si suddividono in base ai metri di percorso che questi ultimi fanno.

Miniascensori fino a 0,5 metri di corsa

Vengono chiamate “pedane per piccoli dislivelli” tutte quelle piattaforme fino a 0,5 metri di dislivello. Questo tipo di apparecchi vengono utilizzati all’interno degli edifici o all’ingresso. Fondamentalmente queste piccole pedane sono leggere, facilmente spostabili, non tutte necessitano di opere di fissaggio e, se necessario, possono funzionare anche a batterie.

Per l’installazione di tali piattaforme elevatrici si deve predisporre un piano perfettamente orizzontale, lo spazio di manovra antistante la piattaforma deve essere di almeno mt 1,5. Non è fondamentale che quest’ultima sia provvista di un cancellino di protezione.

Miniascensori fino a 1 metro di corsa

Le Piattaforme fino a 1 metro di corsa, (a differenza delle precedenti), per poter svolgere la loro funzione di spostamento necessitano di essere fissate a terra perché, superando i 0,5 mt di corsa per arrivare a destinazione, la persona che risiede sulla piattaforma non si troverebbe in condizioni stabili.

Per questi motivi, al fine di garantire la sicurezza di tutti, è importante che la struttura predisponga di un cancelletto e di una protezione perimetrale che funga da riparo anti caduta. Anche in questo caso si deve predisporre di un piano perfettamente orizzontale. Avendo cura sempre di avere uno spazio di manovra antistante la piattaforma che deve essere di almeno mt 1,5.

Miniascensori fino a 2 metri di corsa

I modelli di miniascensori che sono in grado di compiere fino a due metri di corsa hanno prevalentemente un sistema di sollevamento a vite senza fine.

Spesso vengono appoggiate in un’apposita fossa per avere lo sbarco a livello del pavimento. La profondità di questa fossa è variabile, dipende dalla marca e dal modello.

In questo caso verrà quindi realizzato un adeguato basamento in calcestruzzo nel quale, se prevista, verrà integrata la fossa. Davanti agli accessi bisognerà prevedere uno spazio adeguato all’uso, sia in basso che in alto è necessario un cancellino che chiuda il vano.

Miniascensori superiori a 2 metri di corsa

I miniascensori che compiono più di 2 metri di corsa, per rispettare le normative vigenti, vengono realizzate con un vano di scorrimento.

Anche in questo caso il gruppo meccanica appoggia a terra su un basamento in calcestruzzo. Questo piano di appoggio dovrà avere la fossa integrata ed essere perfettamente orizzontale, dovrà avere dimensioni e spessore adeguati al modello e alle condizioni ambientali del luogo di installazione.

Anche gli agganci ai balconi e al muro di sostegno vanno studiati e realizzati in base alle caratteristiche intrinseche del modello in questione. In seguito, la scelta dei sistemi di fissaggio deve tenere conto delle condizioni della muratura a cui viene agganciato l’elevatore.

Contributi e detrazioni previste per i miniascensori

Sostanzialmente la legge nr.13 del 1989, che riguarda gli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche, dà la possibilità di richiedere dei contributi per l’acquisto dei miniascensori. Questo genere di agevolazione può essere richiesta sia dalla persona disabile che dal familiare che lo ha a carico.

La domanda deve essere inoltrata al Sindaco del Comune di residenza entro il 1° marzo di ogni anno, ma non è tutto. Oltre al contributo di spesa, variabile in diversa misura a seconda del costo del dispositivo, è possibile usufruire di detrazioni fiscali.

La detrazione fiscale riguarda solo le persone soggette a Irpef, queste potranno recuperare il 50% dell’importo speso in 10 anni, in occasione della dichiarazione dei redditi.

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7 Risposte

  1. Martina D
    |

    E bravo Andrea!

  2. Carlo
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    Avendo già installato un miniascensore, esistono anche detrazioni legate alla sola manutenzione? E se sì, sono vincolate alla presenza di un disabile, oppure possono rientrare sempre sotto il cappello del superamento delle barriere architettoniche?
    Tale manutenzione è obbligatoria ai termini di legge ed ha un costo non irrisorio.

  3. Alessandro
    |

    Utile articolo. La cosa assurda è la normativa che impone una velocità massima bassissima al miniascensore solo per tutelare i produttori di ascensori che costano 5 volte tanto! 🙁

  4. De Chiara
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    Articolo descritto bene nei dettagli non lasciando nulla al caso …grazie per le informazioni

  5. massimo lertora
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    Lo stabile dove vivo ,mia moglie ed io abbiamo 85 anni, avrebbe una chiostra perfetta per la costruzione di un mini ascensore esterno o di un ascensore tradizionale.
    il problema e’che la chiostra e’stata usocapita dal proprietario dell’appartamento al piano terra il quale ne ha rivendicata nel tempo la proprieta’con un atto di acquisto falsificato e che non concede il permesso di ingresso alla stessa.
    Esiste una possibilita ‘ di risolvere la questione?

  6. Aldo
    |

    Buongiorno Massimo Lertora,

    che possa essere acquisita la proprietà di una chiostrina condominiale per usucapione è alquanto difficile, soprattutto per quella che è la funzione prevalente di questo spazio.

    Una chiostrina serve notoriamente a garantire la ventilazione e l’illuminazione naturale agli appartamenti che si affacciano su di essa. Spesso vi sono alloggiati anche le colonne montanti delle condutture degli impianti elettrici, idrici, fognari e i relativi pozzetti di ispezione. Impianti che richiedono spesso interventi di manutenzione condominiali e quindi l’accesso a questi spazi.

    Per queste ragioni è alquanto arduo dimostrare i requisiti dell’usucapione, per il quale si deve dimostrare di aver goduto di questo spazio in maniera esclusiva ed inconciliabile con la possibilità di godimento degli altri condomini.

    Per rendere più evidente questo concetto le segnalo la Sentenza n. 20039 del 6 ottobre 2016 della Corte di Cassazione, Sezione II Civile. I due principi salienti, definiti in precedenti sentenze sempre della Suprema Corte, sui quali era basata la decisione a favore del condominio contro uno dei condomini che aveva tentato di acquisire al suo esclusivo possesso un’area comune sono i seguenti:

    • Secondo i principi affermati dalla giurisprudenza, in tema di condominio, il condomino può usucapire la quota degli altri senza che sia necessaria una vera e propria interversione del possesso; a tal fine, però, non è sufficiente che gli altri condomini si siano astenuti dall’uso del bene comune, bensì occorre allegare e dimostrare di avere goduto del bene stesso attraverso un proprio possesso esclusivo in modo inconciliabile con la possibilità di godimento altrui e tale da evidenziare un’inequivoca volontà di possedere “uti dominus” e non più “uti condominus”, senza opposizione, per il tempo utile ad usucapire. (Sentenza Cassazione n. 17322 del 23-7-2010).
    • Il condomino che deduce di avere usucapito la cosa comune, pertanto, deve provare di averla sottratta all’uso comune per il periodo utile all’usucapione, e cioè deve dimostrare una condotta diretta a rivelare in modo inequivoco che si è verificato un mutamento di fatto nel titolo del possesso, costituito da atti univocamente rivolti contro i compossessori, e tale da rendere riconoscibile a costoro l’intenzione di non possedere più come semplice compossessore, non bastando al riguardo la prova del mero non uso da parte degli altri condomini, stante l’imprescrittibilità del diritto in comproprietà. (Sentenza Cassazione n. 2261 del 2-3-1998).

    Alla luce di tutto questo le consigliamo di rivolgersi ad un legale di fiducia che possa far valere nei tempi più rapidi le sue ragioni. Rimaniamo a sua disposizione nel caso voglia poi affidarsi a noi per la realizzazione dell’opera.

  7. Amnon
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    Articolo molto chiaro. Volevo chiedere se il mecanismo a vite senza fine richiede meno manutenzione rispetto alle altre tipologie di ascensori e se è adatto a miniascensori con due fermate (piano terra e primo piano con circa 250 cm di dislivello).

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