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Decreto Inclusione: vediamo cosa prevede per gli studenti disabili

Inclusione scolastica

Lo scorso agosto è stato finalmente approvato il Decreto Inclusione da parte del Consiglio dei Ministri, che riporta al centro della scena il tema dell’inclusione scolastica e della disabilità a scuola. I destinatari della nuova normativa scolastica sono, infatti, gli studenti disabili che potranno contare su un’insegnante di sostegno e ore di sostegno, ma soprattutto su strumenti, sussidi e nuove metodologie di studio.

Tutta l’attività didattica sarà basata su un Piano didattico pensato per favorire l’integrazione scolastica e soddisfare esigenze e bisogni specifici di ogni studente. L’obiettivo dichiarato del Decreto Inclusione è rendere lo studente disabile protagonista del percorso di studio e di crescita personale. Anche grazie alla realizzazione di percorsi elaborati su base individuale e, in questo contesto, il piano didattico rappresenta anche un valido aiuto ai docenti che potranno lavorare in modo migliore e più produttivo.

Per chi non lo sapesse, il Decreto Inclusione applica la Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità. Recepita dal Parlamento con la Legge 18/2009. Si tratta, inoltre, del primo modello bio-psico-sociale introdotto nel processo di inclusione scolastica e volto a rendere tutti noi maggiormente sensibili al tema della disabilità a scuola.


Decreto Inclusione per l’integrazione scolastica: cosa prevede

Uno degli obiettivi del Decreto Inclusione recentemente approvato è la rimozione definitiva delle barriere architettoniche a scuola. Per evitare ostacoli alla partecipazione attiva dello studente disabile alla vita scolastica.

Non tutti comprendono, infatti, come la disabilità oltre ad essere una condizione soggettiva ricopre anche un ruolo fisico e oggettivo nella vita della persona, dato che coinvolge direttamente tutto il contesto sociale e porta a un cambiamento radicale in tutte le situazioni quotidiane.

Inoltre, una delle principali attività del decreto è aiutare i Gruppi per l’Inclusione Territoriale a cui verranno affiancati gruppi di docenti esperti che aiuteranno le scuole nel recepimento e nell’attuazione della normativa scolastica, favorendo l’attività di formazione nei confronti degli studenti disabili.

Infine, una delle priorità del Decreto Inclusione sono le ore di sostegno scolastico che vengono designate dal GHL, il quale si occupa anche della redazione del Piano Educativo Individuale del bambino. Rispetto al passato, in cui venivano indicate solo le ore di sostegno, oggi il Piano Educativo comprende anche l’individuazione delle misure adatte a migliorare e incrementare l’integrazione scolastica dei bambini con disabilità e a facilitare la partecipazione a tutte le attività scolastiche.


Decreto Inclusione: i Gruppi per l’Inclusione (GIT)

Con il decreto inclusione non sono più i Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT), ma un gruppo di docenti esperti in tema di integrazione scolastica a decidere e autorizzare le ore di sostegno richieste da ogni scuola e supportare le istituzioni nella messa in atto di tutte le attività volte a favorire i processi di inclusione scolastica.

Disabilità a scuola

La principale è la redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) oltre alla pianificazione dell’utilizzo degli ausili e dei sostegni didattici previsti dal Piano per l’Inclusione. Inoltre i gruppi di docenti verificheranno che la richiesta di posti di sostegno inviata da ciascun dirigente scolastico all’Ufficio Scolastico Regionale sia congrua.

A livello di singola scuola, invece, al posto dei Gruppi per l’Inclusione lavorerà il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione, formato da docenti, dai genitori dell’alunno con disabilità e da figure professionali esperte interne ed esterne che interagiscono con l’alunno stesso. A questa squadra di professionisti dell’integrazione scolastica si aggiunge un’unità di valutazione multidisciplinare e un rappresentante dell’ente locale.

Tale gruppo di lavoro sarà incaricato di redigere il Piano Educativo Individualizzato (PEI), oltre che quantificare le ore e le misure di sostegno sulla base del grado di disabilità del singolo studente.


Una novità sul tema dell’integrazione a scuola

Grazie al Decreto Inclusione l’Italia si allinea al principio definito dalle Nazioni Unite per cui la disabilità è una condizione di svantaggio solo in relazione al contesto: compito delle istituzioni è, pertanto, offrire opportunità specifiche ai ragazzi e agli studenti disabili al fine di favorire l’inclusione scolastica, permettere una maggiore indipendenza e una qualità di vita più elevata.

Nel Decreto Inclusione viene, per la prima volta, coinvolta tutta la comunità scolastica e si rivede anche la composizione delle commissioni mediche incaricate di accertare la condizione di disabilità per l’inclusione scolastica. Accanto al medico legale, infatti, sarà d’ora in poi presente un medico specialista in pediatria o in neuropsichiatria oltre che a un medico specializzato nella patologia di cui soffre l’alunno.

La scuola, lo studio, l’integrazione scolastica e sociale sono un diritto di tutti e in questo campo il Decreto Inclusione approvato ad agosto 2019 rappresenta un’importante passo avanti.

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3 Risposte

  1. Sara
    |

    Ma se un ragazzo è gravemente disabile, non capisce, non parla, non vede, non cammina, quale inclusione ci può essere?

  2. Aldo
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    Grazie Sara per la tua riflessione. Possiamo affermare con certezza che la stragrande maggioranza delle persone con disabilità, per fortuna, non è portatore contemporaneamente di tutti gli impedimenti che hai elencato. Anche se dovessimo trovarci di fronte ad una persona con disabilità che ragruppi tutte queste problematiche, possiamo ritenere che nel momento in cui sta insieme agli altri e partecipa ad una qualsiasi forma di attività seppur minima, si sia raggiunto l’obiettivo dell’inclusione. Questa possiamo ritenerla infatti direttamente proporzionale alla capacità di partecipazione e di comunicazione della persona interessata.

  3. Alessandra
    |

    Nella scuola dell’infanzia a che età possono entrare i bimbi con disabilità?…..

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