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“Indovina chi viene a Natale?” quando il cinema parla di disabilità

Film di Natale sulla disabilità

Sfogliando la rosa dei nomi (Diego Abatantuono, Angela Finocchiaro, Raul Bova, Claudio Bisio… ) si potrebbe pensare al cast perfetto per il più classico dei cinepanettoni. Il titolo dell’ultimo film di Fausto Brizzi, “Indovina chi viene a Natale?” suggerisce però che, stavolta, ci possa essere dell’altro.

Il pensiero corre, non certo per caso, a “Indovina chi viene a cena?”, il capolavoro del 1967 di Stanley Kramer incentrato sul sempre attuale problema del razzismo e dell’integrazione, con Sidney Poitier nei panni di un medico afroamericano che si innamora di Joanna Drayton, stereotipo della ragazza bianca statunitense di buona famiglia, interpretata dalla splendida  Katharine Hepburn.

La locandina del film Indovina chi viene a Natale

Coraggiosamente, ma senza rinunciare all’ironia e al gusto per la battuta scanzonata e la gag “facile”, Fausto Brizzi ha voluto inserire nel suo film l’argomento della disabilità: Raul Bova veste i panni di un portatore di handicap – Francesco, fidanzato di Valentina, interpretata da Cristiana Capotondi – che ha perduto entrambe le braccia a causa di un incidente stradale. “Non si ride della disabilità, ma dell’imbarazzo dei normodotati nell’approcciarsi ai portatori di handicap” ha spiegato Abatantuono, nella finzione “suocero” di Bova.

L’operazione può dirsi riuscita. Garbo, leggerezza, ironia… queste le chiavi di lettura proposte dal regista per riflettere, e far riflettere, sui temi della disabilità e del superamento delle barriere, mentali ancor prima che fisiche. Francesco sa accendere il caminetto (lo fa coi piedi), sa cambiare i pannolini ai bebè ma, allo stesso tempo, è impossibilitato a guidare un’utilitaria. Inoltre, Brizzi non cade nella tentazione del buonismo gratuito: il personaggio interpretato da Raul Bova è tutt’altro che senza macchia e senza segreti.

Un uomo comune, normale. Come tutti.

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