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Doping, atleti russi esclusi dalle Paralimpiadi.

Atleti russi esclusi dalle paralimpiadi di Rio 2016

Il Tribunale arbitrale dello sport (Tas), con sede a Losanna, ha di recente confermato l’esclusione dai Giochi Paralimpici di Rio 2016 di 267 atleti disabili russi, a seguito dell’accusa di doping di Stato contenuta nel rapporto della Wada, l’agenzia mondiale per la lotta al doping.

Il provvedimento è stato traumatico per chiunque veda nella pratica dello sport dei disabili una occasione unica di integrazione e socializzazione che dovrebbe andare oltre la mera competizione sportiva. Se consideriamo l’alto valore educativo della pratica sportiva in genere, non possiamo sottovalutare la sua rilevanza sociale nel superamente sopratutto delle tipiche barriere mentali che limitano le possibilità di chi vive una disabilità.

Ma vediamo perchè e su quali basi il Tribunale dello sport ha preso questa drastica decisione.

Il cosiddetto rapporto McLaren, fondamento del provvedimento del Tas, proverebbe l’esistenza di un sistema talmente corrotto da non poter essere tollerato, con ben 35 casi positivi negli sport paralimpici insabbiati dai dirigenti russi nell’ultimo quadriennio.

La notizia ha provocato in Russia una grande ondata di sdegno, con migliaia di firme raccolte in poche ore per alimentare la protesta.
Star dello sport  come Alexandr Povetkin e altre hanno prestato il loro volto alla campagna governativa di contro-inchiesta o promettono di sostenere economicamente qualsiasi forma di ricorso legale, con l’obiettivo che lo stesso McLaren e i massimi dirigenti della Wada si presentino a testimoniare in Russia.

Il premier russo Dimitri MedvedevVibrante la reazione del premier russo, Dmitri Medvedev: “La decisione del Tas è un mazzata che colpisce tutti gli atleti disabili, non soltanto quelli russi”, ha dichiarato Medvedev, secondo il quale sotto c’è “il desiderio di alcuni alti funzionari del movimento Paralimpico di eliminare forti avversari”.

Per quanto il premier russo ammetta nella sua arringa che “il doping è largamente diffuso in tutte le nazioni per selezionare atleti, medici e allenatori”, l’accusa di “doping di Stato” mossa al suo Paese a suo avviso non regge: “impossibile in linea di principio”.

Al di là del gioco delle parti, si ha la sensazione che sulla pelle degli atleti disabili si stia giocando una partita ben superiore rispetto alla mera competizione sportiva.
Ad esempio: perché alle recenti Olimpiadi di Rio sono stati ammessi gli atleti russi ritenuti “puliti”, mentre con gli atleti disabili alle Paralimpiadi si è usata la politica del fare di tutt’erba un fascio?

 

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