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Padre coraggioso lascia il lavoro per assistere un figlio autistico.

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Vincenzo D’Aucelli, 56enne di Bitonto, è un uomo coraggioso. Ci vuole fegato per lasciare, dopo 31 anni, una avviata professione di informatore farmaceutico per cambiare completamente lavoro (e vita). Si deve essere mossi da motivazioni formidabili… come quella di stare vicino a un figlio. Un figlio “speciale”: robusto, intelligente, vispo ma che deve convivere con disturbi comportamentali e cognitivi a causa dell’autismo. Il ragazzo in questione si chiama Giulio, ed è per lui, per stargli accanto nelle sue esigenze quotidiane e per consentirgli di condurre un’esistenza dalla quale siano bandite le parole emarginazione discriminazione che il dottor D’Aucelli (è in possesso di una laurea in Farmacia) ha deciso di lasciare il lavoro, tornare all’università e conseguire il titolo in Scienze della Formazione grazie al quale oggi ricopre il ruolo di tutor privato di Giulio all’Istituto tecnico commerciale “Giordano”, a Bitonto. “Questo è il mio nuovo posto di lavoro” ha raccontato ai mezzi d’informazione il 56enne, il cui pensiero va anzitutto alla scuola frequentata dal figlio quattordicenne: “Grazie alla disponibilità degli insegnanti e del preside, quest’anno abbiamo avviato un modello di didattica forse unico in Italia: un percorso di studi tarato al cento per cento sulle esigenze di mio figlio”. d'aucelli-disabile-lavoro-figlioNel caso di Giulio e degli allievi in situazioni analoghe la legge dello Stato prevede, oltre all’insegnante di sostegno, l’assunzione di educatori privati pagati dalle famiglie e autorizzati dai dirigenti scolastici: “Coi compagni di classe e con gli insegnanti di Giulio stiamo costruendo qualcosa di eccezionale. Mi rendo conto che non tutti i genitori sono nelle stesse condizioni economiche e personali per poter fare a cuor leggero la mia stessa scelta” ha sottolineato D’Aucelli. Che per affrontare la convivenza con la disabilità del figlio ha approntato quello che lui stesso chiama “trattamento naturalista”. “Ho lasciato perdere i consigli dei tanti medici consultati e ho fatto di testa mia. Andiamo al cinema, al ristorante, suoniamo il pianoforte. Giulio vive la sua vita in pienezza, come tutti i suoi coetanei. Non mi piace quando i ragazzi vengono affidati ai soli educatori negli istituti specializzati: sono i genitori, secondo me, che devono andare dagli esperti del mestiere per imparare a relazionarsi coi propri figli”.

Queste sono le parole di un uomo molto, molto coraggioso.

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2 Risposte

  1. Maria grazia danelazzo
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    Ho bisogno di sapere come è riuscito ad entrare a scuola anch’io sono un insegnante con figlia autistica

  2. Maria grazia danelazzo
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    Desidero fortissimamente voglio aiutare mia figlia autistica entrando nella scuola come tutor educatrice ecc ditemi come si fa
    Ho presentato un regolamento perfare volontariato ma dopo un mese bellissimo gli insegnanti mi hanno liquidato dicendo che tenendomi a scuola creavo un precedente

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