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Di nuovo sul ring per mandare k.o. i pregiudizi sulla disabilità

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“Grazie allo sport, sono qui. Per me, e per quelli come me”. Già da questa semplice frase si intuisce la personalità del siciliano Roberto Camelia, costretto in carrozzina dopo l’amputazione di una gamba avvenuta in seguito a un drammatico incidente stradale. La storia del 38enne di Siracusa è raccontata dalla Gazzetta dello Sport. Nel gennaio 2013 Roberto Camelia si è fermato lungo la strada che congiunge Siracusa a Modica per prestare soccorso a un automobilista in difficoltà. Il giovane era si trovava in compagnia del fratello Concetto, che ricorda: “Mi allontanai dal luogo dell’incidente per prendere una bottiglietta d’acqua da portare all’automobilista uscito di strada. Al mio ritorno trovai mio fratello riverso al suolo con la gamba maciullata: un’altra vettura l’aveva centrato in pieno mentre ancora prestava aiuto all’automobilista fermo”.oberto-camelia-boxe-disabile Ex tennista ed ex pugine, Roberto non è un tipo facile da mandare al tappeto: “Il periodo più duro da affrontare è stato quello della riabilitazione dopo gli interventi chirurgici. Svegliarsi e scoprire che non hai più una gamba non è un’esperienza facile da affrontare né da raccontare. Ma col passare dei mesi avevo maturato una convinzione: volevo a tutti i costi tornare sul ring, come arbitro”. Volere è potere, e Camelia ce l’ha fatta, anche grazie a una protesi che gli consente di svolgere l’attività senza grossi intoppi. “In Australia ben due atleti con protesi hanno il nulla osta per combattere, un dilettante e un semiprofessionista. Qui in Italia invece c’è ancora molto scetticismo”. Il siracusano ha però ottenuto il via libera dalla commissione medica e dunque ora è arbitro di boxe a tutti gli effetti: “Probabilmente li ha convinti il fatto che ho guidato da Siracusa a Roma senza problemi” scherza il primo arbitro disabile del mondo. Che ha un altro obiettivo: “Andare in giro per le scuole e raccontare ai ragazzi la mia storia. Mai arrendersi, mai gettare la spugna. Mai rinunciare a essere al centro del ring”. E della propria vita tutta, viene da aggiungere.

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